Midulla: intervista a Veronica Palmeri
- davide7-90
- 28 lug 2018
- Tempo di lettura: 4 min

Ciao Veronica, tu sei una delle attiviste del centro, come descriveresti in poche parole il Midulla a chi non sa cos’è?
Ciao Davide, il Midulla è un bene comune strappato all’abbandono nel gennaio dell’anno scorso e restituito alla città come casa di quartiere e centro polifunzionale.
È un luogo che offre, ogni giorno, attività e servizi gratuiti rivolti principalmente agli abitanti del quartiere, ma anche agli stranieri e ai cittadini interessati. Un luogo in cui i bambini possono imparare a suonare, a recitare, a danzare, a stare in gruppo e ad apprendere il rispetto per le regole.
Tante sono le attività che portiamo avanti all’interno del centro: la sartoria sociale, il coro sociale, i corsi di tamburello, marranzano, macramè, yoga , yoga della risata, copeira, lezioni d’italiano per stranieri, oltre che il laboratorio di espressione e movimento, il teatro del Gruppo Malerba e lo sportello d’ascolto curato da due psicologhe.
Come è nata l’idea e perché in un quartiere come San Cristoforo?
A San Cristoforo oltre il G.A.P.A. di via Cordai e le chiese non c’è un solo posto dove trascorrere i pomeriggi, se non per strada in mezzo alla spazzatura e allo spaccio.
Il Midulla era l’ex Cinema del Quartiere, un luogo che gli abitanti vivevano ogni giorno. Vederlo abbandonato per cinque anni, inutilizzato, vandalizzato e spento era per noi una ferita aperta.
Tante associazioni e realtà negli anni precedenti avevano provato a chiederlo in gestione, ma la macchina burocratica e politica non lo aveva permesso.
Per noi la pubblica proprietà, invece, dovrebbe ritornare ad essere il luogo dei diritti e del poter fare, contro le logiche prettamente commerciali, l’abbandono degli spazi pubblici e l’alienazione dei beni comuni operata dalle amministrazioni di ogni colore.
Quale è stata la vostra reazione dopo aver visto i danni provocati dall’incendio e c’è stata solidarietà da parte del vicinato?
I primi momenti sono stati tremendi: fiamme, fumo, acqua, nero ovunque, telefonate continue. Pensi che stiano per andare in fumo due anni di attività sociale e ti senti il cuore incrinarsi. Ma appena i Vigili del Fuoco ci hanno comunicato che non c’erano danni strutturali, abbiamo raccolto ventilatori da tutte le case, scope e secchi e abbiamo iniziato immediatamente a ricostruire, pulire e sistemare.
A sera inoltrata avevamo già ripulito quasi tutto il piano inferiore. Sono arrivate tutte le braccia amiche e conoscenti a supporto, eravamo in quaranta almeno. Siamo persone abituate a rimboccarsi le maniche, lo sconforto non fa per noi, meglio intossicarsi con la diossina piuttosto che fermarsi a rimuginare.
Sono stati gli abitanti del Quartiere a chiamare ripetutamente i Vigili del Fuoco la mattina di lunedì e poi hanno cercato di rintracciarci in ogni modo, finché Carmelo, uno dei nostri bimbi, ci ha rintracciati telefonicamente in preda al panico «perché se andava a fuoco lui dove andava a suonare o a fare capoeira?».
Gli abitanti di questo quartiere ci tengono molto al Midulla, qua oggi finalmente ci vengono i figli e i nipoti di chi si veniva a vedere i film quando era un cinema. L’esigenza di sgomberare le strade dalla spazzatura, di vivere in un luogo pulito e decoroso è di tutti e in tantissimi stanno firmando la petizione per chiedere la raccolta dei rifiuti almeno due volte al giorno.
Un’ultima domanda più complessa: spesso abbiamo sentito dire da molti residenti della zona che là la mafia non esiste, mentre al contempo i catanesi dei quartieri bene evitano il luogo perché emblema della malavita e del degrado. Quale è la sua posizione verso idee tanto diverse?
Le mafie esistono ed esistono ovunque, non solo a San Cristoforo. Pure al Castello Ursino fino a dieci anni fa nessuno voleva mettere piede. Oggi quel tratto di San Cristoforo chiamato “U Casteddu” è pieno di turisti a tutte le ore, di ragazzi e di famiglie.
Anche grazie al Midulla i catanesi “dei quartieri bene” hanno iniziato a conoscere le strade di San Cristoforo. Durante le nostre parate, durante le feste, ma anche con la manifestazione di giovedì, molte persone per la prima volta hanno scoperto angoli, cortili, vie e piazze che non avrebbero mai percorso altrimenti.
San Cristoforo è un quartiere dalla fortissima vocazione artigiana e commerciale, pullula di negozi e botteghe, persone gioviali che scendono subito in strada se sentono della musica sotto casa per conoscerti, perfino ballare insieme te e allora dimentichi della mafia e vedi le persone.
La malavita, lo spaccio, la criminalità infantile e la dispersione scolastica sono dei fenomeni che qua sono presenti in maniera molto forte, ci mancherebbe, ma si possono anche contrastare con la contaminazione, con la presenza di Centri di Quartiere come il Midulla, con l’antimafia che il G.A.P.A. porta avanti da più di 30anni, con le attività sociali, con scuole aperte fino a sera, con politiche sociali adeguate, con inventiva, creatività e buona volontà.
Magari già ripulire le strade dalla spazzatura, disinfettarle, creare un ambiente sano e smettere di considerare San Cristoforo un quartiere di serie B sarebbe un buon inizio.
28/07/2018 Cadili Davide Niki
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