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ILVA: fabbrica di morte

  • Giulia Tolace
  • 9 mag 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

L'ILVA di Taranto. Quante volte, negli ultimi anni, abbiamo sentito questo nome. Anni di battaglie, di attesa di giustizia. Anni di lotte, portate avanti da associazioni e cittadini che hanno provato con tutte le loro forze a farsi ascoltare, anche da chi sembrava sordo alle loro richieste.


Catania News Live ha intervistato per voi il professore Alessandro Marescotti, docente a Taranto, studioso e promotore di numerose iniziative volte a far luce sulla vicenda dell'ILVA.

Tra i fondatori, inoltre, dell'associazione PeaceLink di cui oggi è presidente.


Proveremo insieme a lui a fare un passo indietro, ripercorrendo la storia della fabbrica.

E soprattutto: quali sostanze ha emesso lo stabilimento, nel corso degli anni? Qual è l'impatto che ha avuto sull'ambiente e sulla salute dei cittadini?

E ancora, parleremo di tumori e altre patologie.



Grandi passi sono stati fatti dall'Unione Europea a sostegno delle battaglie sull'ILVA di Taranto: nel 2013 la Commissione europea avvia una procedura di messa in mora nei confronti dell'Italia, a seguito di un dossier di denuncia presentato dalle associazioni PeaceLink e Fondo Antidiossina. Nel gennaio 2019, inoltre, arriva una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, che condanna l'Italia per non aver tutelato il diritto alla salute dei cittadini.

Abbiamo chiesto al professore che impatto hanno avuto, sulle associazioni e sui cittadini, questi passi dell'Unione Europea.


Troverete questo, e tanto altro, nel nostro nuovo servizio sull'ILVA di Taranto.




Giulia Tolace

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