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Giornata mondiale contro il cancro: la storia del piccolo Giorgio nella Terra dei fuochi

Oggi, 4 febbraio, si celebra la Giornata mondiale contro il cancro, il World Cancer Day. La giornata è promossa dalla UICC, Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Nel corso degli anni tanti sono stati i passi avanti fatti contro questa malattia che, però, continua a far perdere innumerevoli vite umane. Per questo la ricerca non si ferma e continua la sua corsa cercando cure che possano tenere testa a quel male chiamato cancro.


Una malattia forte, dai mille tipi e dalle mille sfaccettature. Una malattia che attacca uomini e donne di tutte le età, bambini compresi. Una malattia che però spesso è stata alimentata dalla mano dell’uomo. Per questo oggi, nella giornata mondiale contro il cancro, abbiamo deciso di dare un ultimo saluto ad un bambino di soli tre anni che, nella Terra dei fuochi, pochi giorni fa ha perso la vita a causa di un neuroblastoma.

Giorgio Punzo, un piccolo guerriero che ha combattuto una battaglia contro un male che ha incontrato troppo presto. Lo stesso male che l’ha portato via dalla sua famiglia e dalla vita stessa, privandolo di tutto quello che un bambino di soli tre anni avrebbe il diritto di vivere.

Quel diritto che la malattia gli ha negato insieme a molti altri: conoscere, sognare, ridere, sbagliare, crescere.

Il tipo di tumore di Giorgio era molto aggressivo e di difficile contrasto, eppure lui ha lottato fino alla fine. Un tumore pediatrico che ha sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia. Perché, quando metti al mondo un figlio, ti auguri solo che cresca in salute, che possa avere tutto ciò che un bambino meriti e che viva una vita felice e più lunga possibile. Tre anni sono davvero troppo pochi. Non solo, perché le cure hanno avuto inizio molto prima. Adesso si stava aprendo la speranza di un viaggio in America, tra cure costose per le quali era anche partita una raccolta fondi. Dopo un anno di cure intensive, però, Giorgio è andato via.

Proprio pochi prima della morte di Giorgio, a Cesa (nel casertano) durante uno spettacolo dedicato alla raccolta fondi, era stata letta una lettera dei genitori nella quale spiegavano che il viaggio per l’America non si sarebbe più fatto a causa delle condizioni aggravate del piccolo, in accordo comune tra i medici italiani e statunitensi.

Adesso, tutti i soldi raccolti per quel viaggio che il piccolo Giorgio non è arrivato a fare andranno su un conto per aiutare tutti quei bambini che stanno lottando contro questo male e per i quali può esserci ancora una speranza.

A comunicare la morte del piccolo Giorgio, pochi giorni fa, era stato il padre: “Il paradiso si è impreziosito di un nuovo angioletto. Giorgio è volato via".


La Terra dei fuochi continua a portare via vite innocenti. Il parroco di Caivano (Napoli) don Maurizio Patriciello, che da anni è impegnato nella lotta contro i danni ambientali della Terra dei fuochi, ha pronunciato le seguenti parole: "Giorgio è un’altra piccola vittima di un tumore. Nelle nostre zone si continua a morire anche in tenera età a causa di forme di cancro sempre più aggressive. Purtroppo, i roghi tossici continuano e i famosi droni che dovrebbero vigilare sugli sversamenti illegali non si vedono”.


Ricordiamo che la Terra dei fuochi è un’area molto vasta, tra le province di Napoli e Caserta, nella quale la criminalità organizzata smaltisce in maniera illegale rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. I rifiuti speciali, come riportato nell’art 7 del Decreto Legislativo numero 22 del febbraio 1997, sono rifiuti che si differenziano da quelli urbani o domestici. Essi derivano, ad esempio, da attività agricole e agro-industriali, da attività di demolizione, costruzione, da lavorazioni industriali e artigianali, da attività commerciali o di servizio, da macchinari, combustibili, veicoli a motore. Vengono considerati tra i rifiuti più pericolosi, tossici e inquinanti. Per questo il loro smaltimento, tra i più costosi, dovrebbe avvenire in una maniera differente dal resto dei rifiuti. La camorra ha iniziato negli anni ottanta questo business e prosegue ancora oggi con cifre da capogiro.



Giulia Tolace

 
 
 

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